Sunday, January 16, 2011

Corsa


Il respiro affannato si andava lentamente regolarizzando e le percezioni sensoriali, ora, si delineavano meglio. I muscoli sciogliendo la loro tensione, lasciavano fluire le informazioni alla mente.
Tuttavia, non si trattava di un flusso laminare ed ordinato, a tratti, repentinamente, il profumo della terra prendeva il sopravvento, per venire inaspettatamente surclassato dall’azzurro intenso che i suoi occhi fedelmente registravano.
Il cervello spazzolava avido le forme bianche dai contorni netti cercando di rapportarle a concetti noti, invano.
Ora l’attenzione si spostava spontaneamente verso il ritmo solido del cuore e del respiro e al sapore di polvere in bocca.
La sensazione morbida dell’erba e il contrappasso delle pietre che gli stuzzicavano con malcelata sfrontatezza la schiena, accesero il suo primo pensiero decifrabile.
Quante volte aveva corso? Tante, tantissime. Eppure ora quel numero gli sembrava piccolo, insignificante.
Quante volte si era fermato per godere appieno dello spettacolo delle nuvole che riempiono il volume vuoto di un cielo blu immenso e sconfinato? Poche, forse una, tanti anni prima..ora quegli anni sembravano tantissimi
Concluse che l’emozione era ancora più grande di quel numero.
La mente elaborava concetti confusi e nitidi nello stesso momento, un torpore creativo, una nebbia da cui emergono acuti e lucenti riflessi di genio.
In fondo… non è questo sentirsi vivi?

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