Saturday, January 31, 2009

M42 High Dynamic Range



L'immagine in piena risoluzione è visibile a questo link:
M42 Half Resolution


Versione alternativa (elaborazione più tirata)
M42 (Half resolution)





High Dynamic Range
10 pose da 3 secondi a 800ISO
10 pose da 30 secondi a 800ISO
10 pose da 300 secondi a 800ISO
10 pose da 600 secondi a 800ISO
Canon 350D modificata su Pentax 75 SDHF
No dark
21 flat

Data di ripresa: 31/1/2009
Luogo di ripresa: Saint Barthelemy (AO)

M81, M82, NGC3077



Un trio di galassie quale secondo esercizio per il "piccolino"...
SD mask di 11 pose da 4 minuti a 800ISO
Canon 350D modificata su Pentax 75 SDHF
5 dark
21 flat

Data di ripresa: 31/1/2009
Luogo di ripresa: Saint Barthelemy (AO)

Thursday, January 29, 2009

Test riduttore di focale per schema ACF


Ecco un'immagine di M42, ottenuta con il riduttore di focale F/7 (teorico) Coma per schema ACF.
Media di 200 pose da 5 secondi a 800ISO
Canon 350D modificata su LX200ACF 8"
No dark
No flat
No Bias
Elaborazione Deep Sky Stacker e Photoshop

Saturday, January 24, 2009

Vaghe stelle dell'orsa...

Un "pretesto astronomico" per pubblicare su queste pagine un capolavoro della nostra letteratura.

XXII - LE RICORDANZE


Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea
Tornare ancor per uso a contemplarvi
Sul paterno giardino scintillanti,
E ragionar con voi dalle finestre
Di questo albergo ove abitai fanciullo,
E delle gioie mie vidi la fine.
Quante immagini un tempo, e quante fole
Creommi nel pensier l'aspetto vostro
E delle luci a voi compagne! allora
Che, tacito, seduto in verde zolla,
Delle sere io solea passar gran parte
Mirando il cielo, ed ascoltando il canto
Della rana rimota alla campagna!
E la lucciola errava appo le siepi
E in su l'aiuole, susurrando al vento
I viali odorati, ed i cipressi
Là nella selva; e sotto al patrio tetto
Sonavan voci alterne, e le tranquille
Opre de' servi. E che pensieri immensi,
Che dolci sogni mi spirò la vista
Di quel lontano mar, quei monti azzurri,
Che di qua scopro, e che varcare un giorno
Io mi pensava, arcani mondi, arcana
Felicità fingendo al viver mio!
Ignaro del mio fato, e quante volte
Questa mia vita dolorosa e nuda
Volentier con la morte avrei cangiato.

Nè mi diceva il cor che l'età verde
Sarei dannato a consumare in questo
Natio borgo selvaggio, intra una gente
Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
Argomento di riso e di trastullo,
Son dottrina e saper; che m'odia e fugge,
Per invidia non già, che non mi tiene
Maggior di se, ma perchè tale estima
Ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori
A persona giammai non ne fo segno.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
Senz'amor, senza vita; ed aspro a forza
Tra lo stuol de' malevoli divengo:
Qui di pietà mi spoglio e di virtudi,
E sprezzator degli uomini mi rendo,
Per la greggia ch'ho appresso: e intanto vola
Il caro tempo giovanil; più caro
Che la fama e l'allor, più che la pura
Luce del giorno, e lo spirar: ti perdo
Senza un diletto, inutilmente, in questo
Soggiorno disumano, intra gli affanni,
O dell'arida vita unico fiore.

Viene il vento recando il suon dell'ora
Dalla torre del borgo. Era conforto
Questo suon, mi rimembra, alle mie notti,
Quando fanciullo, nella buia stanza,
Per assidui terrori io vigilava,
Sospirando il mattin. Qui non è cosa
Ch'io vegga o senta, onde un'immagin dentro
Non torni, e un dolce rimembrar non sorga.
Dolce per se; ma con dolor sottentra
Il pensier del presente, un van desio
Del passato, ancor tristo, e il dire: io fui.
Quella loggia colà, volta agli estremi
Raggi del dì; queste dipinte mura,
Quei figurati armenti, e il Sol che nasce
Su romita campagna, agli ozi miei
Porser mille diletti allor che al fianco
M'era, parlando, il mio possente errore
Sempre, ov'io fossi. In queste sale antiche,
Al chiaror delle nevi, intorno a queste
Ampie finestre sibilando il vento,
Rimbombaro i sollazzi e le festose
Mie voci al tempo che l'acerbo, indegno
Mistero delle cose a noi si mostra
Pien di dolcezza; indelibata, intera
Il garzoncel, come inesperto amante,
La sua vita ingannevole vagheggia,
E celeste beltà fingendo ammira.

O speranze, speranze; ameni inganni
Della mia prima età! sempre, parlando,
Ritorno a voi; che per andar di tempo,
Per variar d'affetti e di pensieri,
Obbliarvi non so. Fantasmi, intendo,
Son la gloria e l'onor; diletti e beni
Mero desio; non ha la vita un frutto,
Inutile miseria. E sebben vóti
Son gli anni miei, sebben deserto, oscuro
Il mio stato mortal, poco mi toglie
La fortuna, ben veggo. Ahi, ma qualvolta
A voi ripenso, o mie speranze antiche,
Ed a quel caro immaginar mio primo;
Indi riguardo il viver mio sì vile
E sì dolente, e che la morte è quello
Che di cotanta speme oggi m'avanza;
Sento serrarmi il cor, sento ch'al tutto
Consolarmi non so del mio destino.
E quando pur questa invocata morte
Sarammi allato, e sarà giunto il fine
Della sventura mia; quando la terra
Mi fia straniera valle, e dal mio sguardo
Fuggirà l'avvenir; di voi per certo
Risovverrammi; e quell'imago ancora
Sospirar mi farà, farammi acerbo
L'esser vissuto indarno, e la dolcezza
Del dì fatal tempererà d'affanno.

E già nel primo giovanil tumulto
Di contenti, d'angosce e di desio,
Morte chiamai più volte, e lungamente
Mi sedetti colà su la fontana
Pensoso di cessar dentro quell'acque
La speme e il dolor mio. Poscia, per cieco
Malor, condotto della vita in forse,
Piansi la bella giovanezza, e il fiore
De' miei poveri dì, che sì per tempo
Cadeva: e spesso all'ore tarde, assiso
Sul conscio letto, dolorosamente
Alla fioca lucerna poetando,
Lamentai co' silenzi e con la notte
Il fuggitivo spirto, ed a me stesso
In sul languir cantai funereo canto.

Chi rimembrar vi può senza sospiri,
O primo entrar di giovinezza, o giorni
Vezzosi, inenarrabili, allor quando
Al rapito mortal primieramente
Sorridon le donzelle; a gara intorno
Ogni cosa sorride; invidia tace,
Non desta ancora ovver benigna; e quasi
(Inusitata maraviglia!) il mondo
La destra soccorrevole gli porge,
Scusa gli errori suoi, festeggia il novo
Suo venir nella vita, ed inchinando
Mostra che per signor l'accolga e chiami?
Fugaci giorni! a somigliar d'un lampo
Son dileguati. E qual mortale ignaro
Di sventura esser può, se a lui già scorsa
Quella vaga stagion, se il suo buon tempo,
Se giovanezza, ahi giovanezza, è spenta?

O Nerina! e di te forse non odo
Questi luoghi parlar? caduta forse
Dal mio pensier sei tu? Dove sei gita,
Che qui sola di te la ricordanza
Trovo, dolcezza mia? Più non ti vede
Questa Terra natal: quella finestra,
Ond'eri usata favellarmi, ed onde
Mesto riluce delle stelle il raggio,
E' deserta. Ove sei, che più non odo
La tua voce sonar, siccome un giorno,
Quando soleva ogni lontano accento
Del labbro tuo, ch'a me giungesse, il volto
Scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi
Furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri
Il passar per la terra oggi è sortito,
E l'abitar questi odorati colli.
Ma rapida passasti; e come un sogno
Fu la tua vita. Ivi danzando; in fronte
La gioia ti splendea, splendea negli occhi
Quel confidente immaginar, quel lume
Di gioventù, quando spegneali il fato,
E giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna
L'antico amor. Se a feste anco talvolta,
Se a radunanze io movo, infra me stesso
Dico: o Nerina, a radunanze, a feste
Tu non ti acconci più, tu più non movi.
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni
Van gli amanti recando alle fanciulle,
Dico: Nerina mia, per te non torna
Primavera giammai, non torna amore.
Ogni giorno sereno, ogni fiorita
Piaggia ch'io miro, ogni goder ch'io sento,
Dico: Nerina or più non gode; i campi,
L'aria non mira. Ahi tu passasti, eterno
Sospiro mio: passasti: e fia compagna
D'ogni mio vago immaginar, di tutti
I miei teneri sensi, i tristi e cari
Moti del cor, la rimembranza acerba.

M50 (NGC 2323) Prima luce Pentax 75

In una serata caratterizzata da forte turbolenza e tra una nuvola e l'altra, ho ripreso quest'immagine di M50.
E' la prima immagine che ottengo con il Pentax 75.
Al di là del fatto che l'assenza dei dark ed i flat realizzati non correttamente hanno influenzato il risultato (l'immagine presenta un'evidente vignettatura), sono molto soddisfatto della qualità del telescopio.
Il campo risulta corretto fino ai bordi dell'immagine e, come immaginavo, anche la dinamica cromatica dell'immagine risulta notevolmente migliore.
Somma di 27 pose da 2 minuti a 800ISO
Canon 350D modificata su Pentax 75 SDHF
No dark
15 flat

Data di ripresa: 23/1/2009
Luogo di ripresa: La Loggia

Thursday, January 22, 2009

Avvicendamento tra rifrattori


E' arrivato questa sera e subito si è arrampicato sulla EQ6.
E' il Pentax 75 SDHF, nuovo arrivo in casa.
Per un amichetto che arriva, uno che parte, lo Skywatcher 80ED è però contento di partire, perchè avrà la possibilità di riprendere altre bellissime immagini sotto i cieli limpidi del Molise.

Sunday, January 04, 2009

M45 "d'annata"


Mi sto dedicando a rivedere le elaborazioni di alcuni oggetti acquisiti in passato alla luce delle ultime nozioni apprese in campo di elaborazione e a sperimentare nuovi layout grafici per il blog.
Questa volta è il turno di un'immagine dell'ammasso aperto delle Pleiadi (NGC1452).

Somma di 7 pose da 12 minuti a 800ISO
Canon 350D modificata su ED80
5 dark
11 flat
11 Bias

Elaborazione MaxIm DL e Photoshop CS3.
Luogo di ripresa: Colle della Vaccera (TO) - Novembre 2007

L'immagine qui sotto (convertita in B/N e poi invertita), mostra le etichette dei principali oggetti visibili

[Attenzione: è una gif animata a piena risoluzione, potrebbe richiedere qualche tempo per essere visualizzata]
M45

Saturday, January 03, 2009

Rielaborazione IC2118





Le giornate di maltempo e l'influenza che mi hanno accompagnato nel 2009, mi hanno fornito l'occasione di rielaborare con calma l'immagine di IC2118.
Ho cercato di evidenziare la nebulosità mantenendo a livello accettabile il rumore, una grossa difficltà è stata rappresentata dai forti gradienti presenti. L'aspetto cromatico delle stelle è stato anche qui, come nelle ultime immagini, particolarmente considerato.